Le cialde e le capsule stanno pian piano soppiantando la cara vecchia moka perché adesso prendere un caffè non significa concedersi una pausa rilassante, ma avere la giusta energia per affrontare la prossima riunione di lavoro. D’altronde sappiamo che in ufficio senza caffè è dura arrivare fino alle 17.00 con la stessa concentrazione della mattina e che avere una classica macchinetta fa perdere molto tempo.
Il problema del caffè che ‘non sale’
Chi però non ha buttato via la moka per passare al caffè in capsule e riesce ancora a ritagliarsi 10 minuti, magari a casa, per sorseggiare del buon oro nero, sa bene che i tempi di attesa talvolta si prolungano più del previsto quando il caffè non sale finendo per spargere in cucina un intenso odore di bruciato.
Vi rassicuriamo sul fatto che, se vi succede, non è colpa della moka, ma di come preparate voi la miscela: bisogna rispettare delicatissimi equilibri interni tra la temperatura dell’acqua, l’intensità del fuoco e la quantità di caffè.
Il trucco: ristabilire la pressione
Il trucco per ovviare a questo fastidioso intoppo è semplice e proviene dalla saggezza senza tempo delle nostre nonne anche se non sapevano nulla di gradi centigradi o ettopascal!
Quando il caffè non sale significa che o c’è troppa polvere di caffè nel serbatoio ed è stata pressata in modo eccessivo oppure il gas è troppo forte e non permette all’acqua di attraversare il caffè e fuoriuscire con esso dal beccuccio. In questo caso, bisogna ristabilire la giusta pressione e “far spazio” all’acqua in ebollizione (è meglio cuocere la pasta nell’acqua fredda, ecco cosa succede).
Per permettere all’acqua di mischiarsi con la polvere di caffè, basta raffreddare la moka sotto l’acqua corrente: lo shock termico farà si ché i granelli si distanzino l’uno dall’altro e il caffè salga in pochi secondi.