C’è un nuovo pericolo che incombe nel mondo: una presunta nuova razza di “super roditori” che potrebbe minacciare sempre di più la salute umana. Ma da dove provengono questi timori? Su cosa si fondano? E, soprattutto, sono reali o si basano sulla pura fantascienza?
L’evoluzione di topi e ratti
Andiamo con ordine e partiamo dal principio, scordandoci scenari da X Men o Teenage Mutant Ninja Turtles, sebbene pur sempre di mutazioni genetiche si tratti.
Nel Regno Unito, negli ultimi 20 anni, si è scoperto che i topi e i ratti si sono evoluti in modo da diventare resistenti ai veleni più comuni.
Secondo una recente ricerca, il 78% dei ratti e il 95% dei topi d’Oltremanica attualmente in vita sono dotati di geni che resistono ai rodenticidi anticoagualanti, ovvero a quei veleni che ammazzano i roditori impedendo la coagulazione del sangue.
Nuove minacce per la salute umana
Questi nuovi sviluppi potrebbero comportare nuove minacce per la salute umana. La resistenza al veleno da parte di topi e ratti, potrebbe infatti portare ad un sovrappopolamento di questi animali parassiti, noti vettori di malattie ma anche in grado di distruggere i raccolti e le coltivazioni più disparate nelle campagne.
Il largo utilizzo di veleni basati sui rodenticidi anticoagualanti degli scorsi decenni ha fatto sì che i roditori sviluppassero questi nuovi geni per difendersi.
Poi, visto il continuo utilizzo di questo tipo di veleno, soltanto gli individui dotati di una buona resistenza ad esso sono stati in grado di sopravvivere e quindi di riprodursi, dando origine alla “nuova stirpe” di “super roditori” resistenti ai veleni ratticidi e topicidi.
Le prospettive per il futuro
Ma cosa accadrà adesso? L’evoluzione biologica di questi animali comporterà nuovi sviluppi di fronte ai quali non sapremo rispondere? Non lo sappiamo.
Di certo la scienza è alla costante ricerca di nuove modalità di derattizzazione. Non ci resta che sperare che vengano elaborati veleni ai quali, almeno per ora, topi e ratti non sappiano resistere.