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Sanremo, le canzoni del Festival non ti escono dalla testa? È il fenomeno del 'tarlo dell'orecchio'

Le canzoni di Sanremo sembrano non voler uscire dalla tua testa? Ecco perché accade

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Stefania Cicirello

Stefania Cicirello

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Content writer, video editor e fotografa, ha conseguito un Master in Digital & Social Media Marketing. Scrive articoli in ottica SEO e realizza contenuti per social media, con focus su Costume & Società, Moda e Bellezza.

Ti è mai capitato di svegliarti al mattino e avere in testa il ritornello di una canzone di Sanremo senza sapere nemmeno il perché? Magari stavi per addormentarti, ma nella tua mente risuonava ancora quel motivetto irresistibile? Tranquillo, non sei solo! Questo fenomeno ha un nome: si chiama earworm, o più comunemente “tarlo musicale”. Ogni anno, il Festival ci regala brani che diventano tormentoni impossibili da dimenticare, ma cosa succede nel nostro cervello quando una canzone si attacca come una colla mentale? Scopriamolo insieme!

Cos’è un earworm?

Il Festival di Sanremo è noto per presentare brani che, una volta ascoltati, sembrano non voler più abbandonare la nostra mente. Questo fenomeno, comune a molti, è scientificamente definito “earworm”, termine inglese che letteralmente significa verme o tarlo dell’orecchio. Ma cosa si cela dietro questa esperienza che ci porta a ripetere mentalmente melodie o ritornelli per ore, se non giorni?

Le melodie che tendono a diventare earworm possiedono spesso ritmi vivaci, strutture semplici e ripetitive, e intervalli musicali distintivi. Ad esempio, brani con salti melodici particolari o ritornelli facilmente memorizzabili hanno maggiori probabilità di rimanere impressi nella mente. Un esempio emblematico è “Can’t Get You Out of My Head” di Kylie Minogue, il cui titolo stesso riflette la natura persistente della melodia.

La scienza ha cercato di spiegare il fenomeno degli earworm attraverso diverse teorie. Una delle più accreditate suggerisce che, quando ascoltiamo una canzone, la nostra corteccia uditiva continua a elaborare la melodia anche dopo che la musica è terminata, creando una sorta di “eco” mentale. Questo processo potrebbe essere legato al modo in cui il nostro cervello elabora e memorizza le informazioni musicali.

Sanremo e gli earworm

Il Festival di Sanremo, con la sua lunga tradizione di canzoni popolari, è un terreno fertile per la nascita di earworm. Brani come “Felicità” di Albano e Romina Power o “Fiumi di parole” dei Jalisse sono esempi di canzoni che hanno saputo imprimersi nella memoria collettiva degli italiani. La combinazione di melodie accattivanti, testi semplici e ripetuti passaggi radiofonici contribuisce a rendere questi brani indimenticabili.

Come liberarsi di un earworm

Sebbene per molti gli earworm siano innocui o addirittura piacevoli, per altri possono diventare fastidiosi. Alcune strategie suggerite per liberarsi di una melodia persistente includono:

  • Ascoltare la canzone per intero: a volte, completare l’ascolto del brano può aiutare a “chiudere” il loop mentale.
  • Distrarsi con un’altra attività: impegnarsi in un compito che richiede concentrazione può distogliere la mente dalla melodia.
  • Masticare una gomma: secondo uno studio dell’Università di Reading, masticare può interferire con la riproduzione mentale delle melodie, aiutando a ridurre l’effetto earworm.

Quindi, se nei prossimi giorni ti ritroverai a canticchiare senza sosta il ritornello di una canzone di Sanremo, sappi che il colpevole è il tuo cervello e il suo amore per gli earworm. Se proprio non riesci a liberartene, prova a cantare un’altra canzone… ma attenzione a non sostituire un tarlo musicale con un altro ancora più appiccicoso! E tu, quale brano del Festival non riesci più a toglierti dalla testa?

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