Il significato delle linee di Nazca è stato decifrato. Situati in una zona desertica del Perù, questi giganteschi geroglifici sono stati realizzati fra l’anno zero e il 700 d.C. e rappresentano uno dei più grandi misteri della nella storia dell’uomo insieme alle piramidi egizie e alle ziggurat dei Sumeri.
Il loro nome deriva dalla popolazione che abitava queste terre, i Nazca, e sono costituiti da linee che creano soggetti elaborati come fiori, ragni, scimmie e colibrì. A impressionare non è solo il fatto che siano arrivati sino al giorno d’oggi, ma soprattutto le loro dimensioni. Le linee di Nazca infatti hanno una lunghezza di 365 metri e per vederli bene bisogna salire su un aereo oppure ammirare una fotografia fatta da un satellite.
Per anni gli studiosi di tutto il mondo si sono interrogati sul significato di questi geroglifici, chiedendosi perché i Nazca li avessero ideati, soprattutto perché da terra non erano visibili. Oggi gli scienziati sembrano essere giunti in parte ad una soluzione. Secondo una nuova ipotesi infatti le linee di Nazca sarebbero legate all’utilizzo dell’acqua da parte di questa popolazione. Lo rivela uno studio realizzato da alcuni esperti, fra cui Rosa Lasaponara, ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma, che ha analizzato alcune strutture trovate accanto ai disegni, i puquios, dei buchi che formano una spirale.
Sarebbero proprio questi la chiave per svelare il mistero. Le immagini satellitari infatti hanno consentito di analizzare il terreno sotto la superficie dei puquios e quello che hanno trovato è eccezionale. Nel sottosuolo infatti ci sarebbe un sistema di canali d’acqua antico millenni, realizzato proprio dai Nazca.
“Erano in grado di usare i corsi d’acqua sotterranei per avere un sistema di irrigazione, e acquedotti, per le attività agricole e in questo modo era possibile per i Nazca trasformare il deserto in un giardino – ha spiegato -. È piuttosto chiaro che i puquios e le linee di Nazca abbiano lo stesso significato, perché l’acqua era la chiave della sopravvivenza in un ambiente desertico. Le linee di Nazca rappresentavano un modo per ringraziare gli dei”.
Sino ad oggi quella avanzata dalla ricercatrice italiana sembra l’ipotesi più probabile per svelare il mistero. Anche se gli esperti di complotti non si arrendono e sui social, dopo l’annuncio della scoperta, continuano a parlare di disegni alieni e di civiltà perdute.