La diffusione del Calabrone Orientale (Vespa Orientalis) in Italia sta causando sempre più timori tra la popolazione italiana, per i problemi alla salute pubblica che le sue punture e morsi a persone e animali possono causare.
Il suo areale di distribuzione, tradizionalmento limitato ad Asia Sud-Occidentale e Nord-Orientale e al Madagascar, è sempre più vasto, tanto che ormai da qualche anno è sempre più presente nel nostro paese e non solo a Sud. Avvistamenti sono stati segnalati a Trieste e Genova.
Le sue punture sono molto dolorose e, se multiple, possono portare ad effetti epatotossici, emolitici e anafilattici. A differenza delle api, infatti, vespe e calabroni non perdono immediatamente il pungiglione e possono colpire più volte la stessa vittima. Addirittura, un numero di punture superiore a 5 può anche rivelarsi fatale per l’essere umano.
La Vespa Orientalis utilizza la luce del sole per volare, utilizzando il suo corpo a mo’ di pannello solare, per incamerare energia. Per questo motivo, la sua attività massima è tra le 11.00 e le 15.00, ovvero nella fase di maggiore irradiazione solare. Inoltre, con la fine dell’estate e i primi mesi autunnali, la sua presenza si intensifica, rendendola particolarmente pericolosa.
L’orario immediamente precedente al mezzogiorno e quello del primo pomeriggio rappresenta la fascia in cui è più pericoloso, soprattutto nelle sue zone predilette, ovvero aree urbane dove sono presenti rifiuti, tavolini di bar e ristoranti all’aperto dove sono presenti avanzi di cibo, terrazze e balconi dove sono presenti rifiuti, prossimità di eventuali ciotole di cibo per cani e gatti poste all’aperto. Il Calabrone Orientale è infatti attratto dai residui di cibo.
A differenza del calabrone europeo, la Vespa Orientalis è facilmente riconoscibile: al suo passaggio si vede una scia ocra con una banda gialla molto evidente. Inoltre, vola sempre con le zampe allargate, rendendosi per fortuna immediatamente identificabile.