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Dark web: cos'è e perchè rappresenta una minaccia

Molti lo confondono con il deep web, ma il dark web ne rappresenta la parte più oscura e può rivelarsi una reale minaccia per la sicurezza informatica

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Il mondo virtuale che esploriamo quotidianamente, noto come World Wide Web, è solo la punta dell’iceberg di un universo cibernetico molto più vasto e misterioso. Nel cuore di questa vastità si nasconde una parte nascosta, chiamata il “dark web,” un luogo dove la regola principale sembra essere il segreto. Ma cos’è veramente il dark web e come è stato creato?

Il termine “dark web” fa riferimento a una porzione del Web situata nelle darknet, o “reti oscure,” accessibili solo tramite software specifici e con autorizzazioni speciali. Questa dimensione sotterranea è una sottoparte del “deep web,” un mondo non indicizzato dai comuni motori di ricerca. L’accesso a questo reame nascosto non è così semplice come una comune ricerca su internet, poiché si sovrappone alle reti standard, ostacolando l’accesso e creando un ambiente in cui il commercio e la diffusione di materiale illegale prosperano. Per accedervi, è necessario utilizzare un browser capace di utilizzare il protocollo T.O.R. (The Onion Router), una rete anonima che nasconde l’indirizzo IP dell’utente.

Nel lontano 1999, uno studente statunitense dell’Università di Edimburgo di nome Ian Clarke gettò le basi di questa ombrosa parte del web. Clarke sviluppò una piattaforma Internet libera, denominata “Freenet,” con due principali obiettivi: l’anonimato e la libera pubblicazione di qualsiasi tipo di contenuto. Il 2002 segnò l’emergere del progetto “The Onion Routing,” noto come TOR, che oggi costituisce il fondamento del dark web. La denominazione “TOR” comprende sia la rete stessa del dark web che il browser che consente l’accesso ad essa. Il sistema TOR intreccia la rete Internet, creando una rete molto più ampia e garantendo l’anonimato a tutti i suoi utenti. Inizialmente un progetto in fase di sviluppo, TOR è diventato il rifugio di coloro che cercavano di navigare in modo anonimo, specialmente in paesi sottoposti a forti restrizioni sulle reti Internet.

Che succede se si entra nel dark web?

Il dark web è una terra desolata e oscura dove l’anonimato regna sovrano, ma è anche un terreno minato di pericoli imminenti. Navigare in quest’oscura dimensione comporta un’enorme sfida, in gran parte dovuta alla diffusione di “malware” – quei software dannosi che sono la moneta di scambio preferita dei cybercriminali. Questi strumenti vengono utilizzati per una vasta gamma di attacchi hacker, dall’impossessamento di dati personali sensibili ai furti d’identità, dalla localizzazione di reti alla pianificazione di truffe elaborate. Gli hacker, sfruttando l’anonimato offerto dal dark web, si muovono agilmente nei corridoi nascosti del cyberspazio, mettendo a rischio la sicurezza degli ignari utenti.

Un ulteriore pericolo risiede nelle truffe e nelle insidie nascoste tra i servizi offerti all’interno del dark web. Alcuni di questi potrebbero essere vere e proprie esche, organizzate da criminali informatici con l’obiettivo di sottrarre ingenti somme di denaro a clienti in cerca di affari allettanti. Il dark web è, inoltre, noto come un terreno fertile per il phishing, dove l’identità, le informazioni personali e i dati finanziari delle vittime diventano prede per estorsioni future.

Tuttavia, è importante sottolineare che il lato oscuro del dark web non sfugge alle autorità. Molti siti, soprattutto quelli legati al cosiddetto “mercato della droga,” sono stati chiusi dalle forze dell’ordine, che hanno diligentemente lavorato per risalire alle identità dei venditori e degli acquirenti. La promessa dell’anonimato non è un scudo invulnerabile contro la legge. La domanda sorge spontanea: navigare nel dark web è un reato? La risposta è sorprendentemente semplice: no, l’atto di navigare in questo mondo oscuro non costituisce un reato. L’accesso in sé al dark web non comporta alcun rischio legale.

L’illegalità si insinua quando si compiono atti criminali come l’acquisto di prodotti di contrabbando o l’implicazione in altre attività illecite. La chiave di volta sta nel modo in cui un utente decide di fare uso di questa dimensione nascosta – il “mezzo” in sé non è illegale, ma la condotta di chi lo sfrutta può portare a conseguenze legali.

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Qual è la differenza tra dark e deep web?

Come accennato all’inizio dell’articolo, il dark web e il deep web sono spesso oggetto di confusione. La chiave per comprendere la differenza sta nel riconoscere che tutto il dark web è parte del deep web, ma non tutto il deep web è il dark web.

Il deep web rappresenta semplicemente quella porzione nascosta di Internet a cui i motori di ricerca tradizionali non possono accedere. Questa parte rimane invisibile agli occhi dei motori di ricerca, spesso perché è protetta da password o perché esiste solo su server di staging. Per accedere al deep web, non sono necessari browser speciali o protocolli unici.

Tuttavia, il dark web è un territorio molto più riservato. È raggiungibile solo attraverso il browser Tor, noto per la sua natura criptata e protetta. L’uso di Tor assicura l’anonimato predefinito per chiunque tenti di accedere al dark web. Inoltre, gli URL del dark web si distinguono nettamente dagli indirizzi web convenzionali perché hanno l’estensione “.onion,” al contrario dei comuni “.com” o “.org”; questa peculiarità serve a garantire che solo i browser dotati di specifici proxy siano in grado di accedere a questi siti.

Sebbene il browser Tor sia la scelta più popolare per accedere alle “reti oscure,” esiste un altro progetto noto come Invisible Internet Project (I2P), un sistema di anonimizzazione decentralizzato che condivide principi simili a quelli di Tor.

 Quanti utenti ci sono nel dark web?

Secondo alcune ricerche, sarebbero 2,5 milioni gli utenti che ogni giorno accedono a questa rete parallela al web, dove la Croazia risulta il Paese che mostra maggiore interesse verso il Dark Web, con 1.083 ricerche per 100.000 utenti ed un punteggio di 97,1/100. Purtroppo i crimini commessi tramite l’uso del Dark Web sono aumentati nel Paese del 31% negli ultimi anni, segue la Repubblica Ceca con 94,1/100 e 1.027 ricerche per 100.000 utenti. Il terzo gradino del podio è riservato all’Irlanda, mentre è proprio il nostro paese a chiudere questa classifica Top 10 dove ci sono i Paesi più interessati all’uso del Dark Web, con 697 ricerche ogni 100.000 utenti ed un punteggio di 70,6 su 100. Da sottolineare, però, che la Russia e l’Ucraina non sono stati inclusi in questa classifica.

 

 

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