Tra i brani dei Joy Division che ebbero maggior successo vi furono, Atmosphere, She’s lost Control, Transmission, Isolation, Shadowplay, Disorder, Decades, Dead Soul, New Dawn Fades. Il brano più amato dai fan e dallo stesso Ian Curtis però fu “Love Will Tear Us Apart“, L’amore ci farà a pezzi, che venne anche inciso sulla sua lapide, a Macclesfield.
La storia della band
Più che l’amore per quel particolare genere musicale, un patto tenne unito il gruppo per tutto il percorso professionale: se uno dei quattro avesse deciso di lasciare il gruppo, per qualunque ragione fosse, gli altri tre restanti avrebbero dovuto improrogabilmente sciogliere la band e optare per un altro genere musicale. Fu la morte a dividere il gruppo. Trascorse un anno e i tre diedero vita ad un nuovo gruppo musicale, i New Order.
Ian Curtis, l’antidivo
Era esattamente il 18 maggio del 1980, quando il 24enne Ian Curtis, voce della band, scelse di togliersi la vita impiccandosi all’interno della sua casa, mentre in sottofondo, ad accompagnarlo verso la morte, si udivano le note di The Idiot di Iggy Pop, uno dei più grandi amori musicali del cantante. Ian non era un personaggio eclettico, come ricordano i suoi amici, ma era un ragazzo molto semplice che decide di togliersi la vita prima ancora di entrare in quello star system che già aveva finito per inglobare altri noti personaggi del mondo musicale.
Amava i suoi testi, tanto da viverne quelle note oscure sin nel profondo della sua anima. Fu la stessa moglie Deborah ad affermare che lui credeva profondamente in ciò che cantava. La stessa moglie lo trovò impiccato e oramai esanime nella sua casa.
Proprio alla fine del loro matrimonio Ian aveva dedicato uno dei suoi maggiori successi Love Will Tear Us Apart. Poco prima di togliersi la vita, aveva scritto un biglietto “vorrei essere morto. Non riesco più a lottare”. Era il grido di chi nella fugacità dell’esistenza si sente irrimediabilmente intrappolato e senza altra via d’uscita se non la morte.
La sua eredità musicale
A 37 anni dalla sua morte, Ian Curtis lascia un’impronta memorabile nel mondo della musica. I suoi testi avevano imposto nuove regole nel panorama degli anni settanta. Con la sua immagine aveva dato nuovo potere all’influenza che può esercitare un cantante sui suoi fan. Non contava più solo la musica, ma il modo in cui veniva vissuta e trasmessa al pubblico.