Gli avanzi in cucina sono molto comuni, per non dire quotidiani, e riscaldare pasta o riso per non gettarli nella spazzatura è una pratica diffusa. Tuttavia, non sempre un piatto che si è raffreddato e che viene scaldato nuovamente è una soluzione sana. Il motivo? Sta tutto nella conservazione, quindi nel tempo trascorso tra la prima cottura e il momento in cui lo consumiamo. In particolare, occorre fare attenzione al riso perché se non viene conservato correttamente può avere effetti molto spiacevoli sull’organismo.
- Quanto lasciare il riso all'aria aperta
- Riso: riscaldalo solo una volta
- Il batterio pericoloso presente nel riso
Quanto lasciare il riso all’aria aperta
A segnalare il rischio intossicazione che questo cereale può comportare è il ‘National Health Service’ della Gran Bretagna. Per poter stare tranquilli di mangiare una ricetta salutare, anche se riscaldata, ci sono dunque alcuni accorgimenti da mettere in pratica. Per esempio, una volta che abbiamo cotto il riso, questo non dovrebbe rimanere all’aria aperta per più di un’ora.
Se, quindi, ci accorgiamo di avere ecceduto nelle quantità o di non riuscire a finire tutte le porzioni, provvediamo il prima possibile a riporre l’avanzo nel frigorifero. Lasciamo raffreddare la nostra preparazione e riponiamola al freddo senza, appunto, lasciar passare oltre sessanta minuti. Il riso andrà, quindi, conservato a basse temperature fino a quando decideremo di consumarlo, il che è bene sia fatto entro il giorno successivo la prima cottura.
Riso: riscaldalo solo una volta
A quel punto, preoccupiamoci di scaldarlo per bene e solo una volta: un ulteriore processo di raffreddamento e ri-cottura è da evitare.
Risalendo, invece, a monte – e prendendo spunto per le occasioni successive – cerchiamo di preparare solo la quantità strettamente necessaria così da evitare avanzi indesiderati. Ma per quale motivo tutte queste accortezze?
Il batterio pericoloso presente nel riso
Il pericolo del riso ha un nome, ovvero Bacillus cereus, un batterio che può causare intossicazioni alimentari.
Queste spore sopravvivono anche dopo la cottura e, se il cereale viene lasciato a temperatura ambiente, i batteri proliferano in pochissimo tempo liberando tossine che possono provocare vomito e diarrea durando fino a ventiquattro ore.