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Riso cotto, per quanto tempo si conserva e come?

Il riso è un alimento dalle grandi proprietà nutritive, ottimo se consumato fresco. Ecco come conservarlo una volta cotto

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Si avvicina la bella stagione e questo vuol dire che si ha più voglia di stare all’aria aperta e meno di trascorrere ore ai fornelli. La buona notizia è che la primavera e l’estate consentono di consumare pietanze anche fredde e relativamente veloci da realizzare.

Tra queste l’insalata di riso, ad esempio. D’altronde stiamo parlando di uno degli alimenti più apprezzati e gustosi al mondo, il cui impiego è davvero versatile. Non solo, perché il riso ha molte proprietà nutritive e queste sono le principali:

  • è meno calorico e più saziante della pasta;
  • non contiene glutine, quindi, è ottimo per i celiaci;
  • è più digeribile della pasta;
  • è il cereale con il minor potenziale allergenico;
  • se integrale può essere assunto dai diabetici perché ha un indice glicemico più basso rispetto alla pasta;
  • è adatto ai nefropatici e ai fenilchetonurici;
  • viene consigliato dai medici agli ammalati di gotta e in condizioni di iperuricemia.

In genere lo si mangia fresco, ma capita di consumarlo anche dopo diverso tempo rispetto al momento in cui lo si è preparato. Come comportarsi in un caso come questo, evitando la formazione di batteri nel cereale che potrebbero condurre alla sua contaminazione? Vediamo allora gli errori da evitare e i consigli da seguire quando si parla di conservazione del riso cotto, fermo restando che la conservazione del riso dipende dalla tipologia di cereale utilizzato, con quello integrale che subisce meno gli effetti del tempo.

Scopri anche: — Il riso si può congelare? Solo se è così

Riso cotto, attenzione al modo in cui lo conservi

Quando si cucina più riso di quel che effettivamente si consumerà bisogna fare molta attenzione a come lo si conserva. Il rischio, infatti, è quello di incorrere in intossicazioni di tipo alimentare nel momento in cui lo si andrà a mangiare. Allora come procedere quando avanza del riso? Secondo il National Health Service britannico il riso già cotto non dovrebbe rimanere a riposare più di un’ora fuori dal frigorifero. Quello crudo, infatti, può contenere spore dei batteri ‘bacillus cereus, che sono causa di intossicazione alimentare. Tali spore purtroppo possono sopravvivere anche dopo la cottura del riso. Quando il riso avanzato viene lasciato a temperatura ambiente, ecco che le spore diventano batteri e tossine che potrebbero portare vomito e diarrea. Questi sono gli errori da non fare quando si cucina il riso:

  • non servire il riso appena è stato cotto;
  • raffreddare il riso dopo un’ora;
  • conservare il riso in frigorifero per più di 1 giorno;
  • avere del riso non ben cotto quando lo si riscalda;
  • riscaldare il riso per più di una volta.

Per far sì che il riso non subisca la nociva azione dei batteri è consigliabile metterlo in un contenitore a chiusura ermetica. Se si procede in questo modo l’aria non potrà entrare all’interno, consentendo alla pietanza di rimanere fresca come al momento in cui ha avuto termine la cottura. A questo punto il contenitore va posto in frigorifero, dove il riso può conservarsi senza problemi per qualche giorno.

Quanto dura il riso cotto in frigo, i consigli per conservarlo

Il riso bianco bollito e scondito ha una durata piuttosto lunga e lo si può conservare anche fino a 3-4 giorni. Certo, bisogna assicurarsi di rispettare alcune semplici regole. Come già detto l’errore che si commette più spesso è quello di far passare troppo tempo prima di riporre il riso in frigorifero. Abitudine che, come abbiamo visto, aumenta il rischio di andare incontro a una intossicazione alimentare.

L’unico modo per rallentare la germinazione delle spore di ‘baccilus cereus‘ è:

  • la refrigerazione a temperature inferiori ai 4°C;
  • aspettare che il riso sia freddo, metterlo in un contenitore a chiusura ermetica e conservarlo in frigorifero entro un’ora;
  • congelare il riso tenendo conto che la temperatura ideale in questo caso deve essere inferiore ai -15°C, il limite fissato per il grado di abbattimento. Questo è il sistema di conservazione che ha la durata maggiore, dato che il riso può essere consumato fino a sei mesi dopo la sua cottura.

Insalata di riso, come conservarla

Soprattutto quando si prepara un’insalata di riso è probabile che si cuocia più riso del dovuto. Mai lasciarlo a riposare per oltre un’ora fuori dal frigorifero. Più a lungo il cereale rimane a temperatura ambiente più alte sono le probabilità che i microrganismi di cui sopra si moltiplichino, rilascino tossine e facciano diventare il cibo pericoloso per chi lo consuma. I sintomi possono essere più o meno lievi e durare 24 ore. La loro comparsa inizia da un’ora dopo il consumo dell’alimento fino a 5 ore.

Oltre alla conservazione, un altro consiglio per evitare di stare male è di evitare di cuocere più riso del necessario e non servirlo subito dopo la cottura.

Come riscaldare il riso già cotto? Il miglior metodo

Ma c’è un metodo efficace per riscaldare il riso già cotto ed evitare di sprecare quanto preparato? Il miglior metodo pare sia a bagnomaria. Basta mettere a scaldare l’acqua in una pentola, riporre il riso in un colino e poggiarlo sulla pentola senza che venga a contatto con l’acqua. Il vapore scalderà il riso e così si avranno chicchi sciolti e succosi senza rimanere attaccati.

C’è poi un secondo metodo, ovvero riscaldare il riso utilizzando il forno a microonde. Tutto quel che bisogna fare è mettere il piatto con il riso all’interno del forno, aggiungere un pochino di acqua, coprire con l’apposito coperchio da microonde e impostare il forno a mezza potenza. In pochi minuti si ottiene un buon risultato. Con queste indicazioni possiamo stare tranquilli e dare libero sfogo alla fantasia in cucina realizzando gustosi piatti a base di riso da consumare in totale sicurezza.

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