Fonte: ANSA

Piramidi, scoperte "scale a chiocciola" sotterranea che portano alle profondità della Terra?

Cosa c'è sotto la piramide di Chefren? Una nuova teoria parla di camere segrete, pozzi profondi e una città sotterranea tutta da scoprire.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Cosa si nasconde davvero sotto le Piramidi di Giza? Da secoli, archeologi, esploratori e appassionati di misteri cercano di dare una risposta a questa affascinante domanda. Ora, però, spunta una nuova scoperta che rischia di riaccendere il dibattito. Secondo un gruppo di ricercatori italiani, sotto la Piramide di Chefren ci sarebbero delle strutture incredibili: pozzi verticali giganteschi, scale a chiocciola, camere sotterranee e persino un sistema idrico nascosto. Tutto questo, a oltre 600 metri di profondità. Un’affermazione sorprendente, certo. Ma è vera?

Radar, spirali e misteri: cosa hanno scoperto i ricercatori italiani sotto le Piramidi di Giza?

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Tutto è iniziato con uno studio presentato da un team italo-britannico composto da Corrado Malanga dell’Università di Pisa, Filippo Biondi dell’Università di Strathclyde in Scozia, e l’egittologo Armando Mei. Usando una tecnologia radar satellitare, i ricercatori hanno lanciato impulsi da due satelliti a oltre 600 chilometri di altezza per scandagliare il terreno sotto la piramide di Chefren.

I risultati della ricerca sono a dir poco sbalorditivi. I ricercatori avrebbero infatti individuato otto pozzi verticali, larghi dai 10 ai 12 metri, che scendono per più di 640 metri sotto il livello della piramide.

Ma non finisce certo qui: lungo le pareti di questi pozzi sarebbero visibili delle “strutture a spirale”, simili a scale a chiocciola. Sotto la base della piramide, dunque, si troverebbe una piattaforma calcarea colossale con due grandi camere collegate da condotti inclinati.

Secondo i ricercatori, queste strutture non sarebbero semplici anomalie geologiche. Potrebbero rappresentare l’ingresso a un mondo nascosto sotto la terra, un vero e proprio “sistema sotterraneo” ancora tutto da esplorare.

L’ipotesi della “città sotterranea” sotto la Piramide di Chefren

A rafforzare l’eco mediatica di questa scoperta è stata una dichiarazione di Corrado Malanga dell’Università di Pisa: “Quando ingrandiremo ulteriormente le immagini, potremo rivelare che sotto la piramide si cela ciò che può essere descritto solo come una vera città sotterranea”.

Quindi c’è una città intera sotto la piramide? Secondo il team di ricercatori, la scoperta non si limiterebbe a rivelare solo cunicoli o camere isolate. Ci sarebbe un’intera rete di ambienti e percorsi sotterranei, forse addirittura risalenti a epoche precedenti alla costruzione delle piramidi.

Si tratta sicuramente di una teoria affascinante che riporta alla mente miti antichi e leggende mai dimenticate, come quella della leggendaria Sala dei Registri, un archivio perduto di conoscenze sotto la Sfinge o la Grande Piramide.

L’Egitto contro le nuove rivelazioni: bollate come fake news

Se le rivelazioni del team italiano hanno acceso ancora una volta l’immaginazione del pubblico sulla storia misteriosa delle piramidi, la comunità scientifica egiziana ha risposto in maniera assolutamente fredda alla notizia.

In particolare, il celebre archeologo Zahi Hawass, ex Ministro delle Antichità e figura di riferimento mondiale sull’antico Egitto, ha liquidato la scoperta con due parole secche: “fake news”.

Secondo Hawass, le tecniche usate dal gruppo non sono scientificamente valide, e non ci sarebbe alcuna prova concreta delle strutture descritte. “Non è stato usato alcun radar all’interno della piramide, e i dati non sono stati verificati in modo indipendente”, ha dichiarato al quotidiano The National.

E non è l’unico ad essere scettico. Anche Lawrence Conyers, esperto di radar applicato all’archeologia all’Università di Denver, ha criticato le conclusioni del team. Secondo lui, la tecnologia radar satellitare non è in grado di penetrare a profondità così estreme come quelle indicate dal team italiano. L’idea di una città sotterranea, ha detto, è “una grossa esagerazione”.

Allora è tutto falso? È davvero una “grossa esagerazione”

Tuttavia, anche Conyers ha ammesso che è plausibile l’esistenza di piccole strutture, camere o condotti sotto le piramidi. Magari preesistenti alle stesse costruzioni. Del resto, è noto che molte civiltà antiche, dai Maya agli Egizi, costruivano i loro templi sopra luoghi considerati sacri, come grotte o fonti sotterranee.

Insomma, anche se non si tratta di una “città segreta”, qualcosa là sotto potrebbe esserci davvero. E magari, proprio queste formazioni naturali o artificiali potrebbero aver ispirato le antiche credenze sulla vita ultraterrena e il viaggio dell’anima.

Tra le tre piramidi di Giza, Chefren è forse la meno studiata rispetto alla più famosa piramide di Cheope. È però quella meglio conservata, e ha sempre suscitato curiosità. Il team ha scelto proprio questa piramide per via delle sue caratteristiche geologiche e strutturali. Secondo i ricercatori, la piramide sarebbe così pesante da richiedere un supporto sotterraneo molto solido. Ed è qui che entrano in gioco i “pozzi cilindrici” scoperti: potrebbero servire proprio da fondamenta, come una sorta di colonna portante nascosta.

La Sala dei Registri e il fascino dell’ignoto: tutto il mistero dell’Egitto

Molti appassionati dell’antico Egitto conoscono la leggenda della “Hall of Records”, “Sala dei Registri”. Si tratterebbe di un archivio perduto contenente le conoscenze più antiche dell’umanità, nascosto proprio sotto le piramidi o la Sfinge. Questa teoria, mai dimostrata, è diventata una pietra miliare della narrativa esoterica e pseudoscientifica legata all’Egitto.

Le affermazioni del team italiano sembrano richiamare proprio questo mito, anche se in forma più “tecnica” e con strumenti moderni. Ma si tratta davvero di nuove prove? O solo di un altro capitolo nell’infinita serie di speculazioni sull’antico Egitto?

Uno dei punti deboli dello studio è che non è stato ancora pubblicato in una rivista scientifica. Nessun esperto indipendente ha potuto analizzare i dati raccolti o replicare i risultati ottenuti dai ricercatori. Quindi, per ora, dal punto di vista scientifico lo studio rappresenta poco più di un briefing privato.

Senza peer review, è difficile distinguere se le affermazioni del gruppo rappresentano una scoperta rivoluzionaria o una semplice suggestione visiva. Le immagini radar colorate, per quanto affascinanti, non bastano da sole a cambiare la storia.

E se fosse tutto vero? La guerra delle piramidi è ancora aperta

E se, nonostante le critiche, il team avesse davvero trovato qualcosa di straordinario? Non sarebbe la prima volta che una scoperta viene inizialmente derisa e poi confermata dai fatti e dalla peer review.

Immaginare una città sotto le piramidi è sicuramente una suggestione affascinante. Ma più che prendere tutto per vero o falso, forse è il caso di rimanere curiosi e chiedersi cosa c’è ancora da scoprire. Continuiamo a sognare, dunque, ma senza abbandonare il nostro spirito critico.

Per ora, la guerra delle piramidi è ancora aperta. Se molti studiosi di archeologia chiedono rigore e prove, dall’altra parte c’è un gruppo di ricercatori convinti di aver scoperto qualcosa di unico. La verità, come spesso accade, potrebbe trovarsi nel mezzo. Una cosa è certa: le piramidi non hanno ancora smesso di sorprenderci.

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