Fonte: 123RF

Non dovresti mai bere dalla bottiglia di plastica: la malattia cronica che può insorgere

La tua bottiglia di plastica potrebbe essere responsabile di più di quanto pensi: c'è una malattia favorita dall'utilizzo di acqua in PET.

Pubblicato:

Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

L’acqua è sinonimo di vita, mentre la plastica è sinonimo di inquinamento ma anche di praticità, tant’è che nel loro binomio si nasconde una verità inquietante che può minacciare la nostra salute in modo insidioso. Immaginati una scena quotidiana: in una calda giornata estiva decidi di sorseggiare un po’ d’acqua per rinfrescarti, non hai la tua borraccia e decidi di comprare una bottiglietta d’acqua. O magari di un’altra bibita. Ma quello che sembra un gesto innocente potrebbe nascondere un pericolo nascosto, una minaccia silente che potrebbe alterare la tua vita per sempre. Alcuni studi recente hanno infatti rivelato un legame preoccupante tra le bottiglie di plastica e l’aumento del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Ma si tratta di un rischio vero? O solo di una speculazione? Non ci resta che andare a scoprirlo insieme.

Legame tra bottiglie di plastica e diabete di tipo 2? Cosa dice un nuovo studio

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Un nuovo studio sembra aver rivelato un collegamento inquietante tra le bottiglie di plastica e un aumento del rischio di diabete di tipo 2. Pubblicato sulla prestigiosa rivista Diabetes, questa ricerca sembra aver trovato le prove dirette che collegano un ingrediente chimico chiave, il bisfenolo A (BPA), comunemente usato per produrre confezioni di alimenti e bevande (come appunto le bottiglie di plastica), a una diminuzione della sensibilità all’insulina, una componente essenziale nella regolazione del metabolismo degli zuccheri nel nostro organismo.

Il BPA è una sostanza chimica controversa, da tempo oggetto di dibattito per i suoi potenziali effetti negativi sulla salute umana. Tuttavia, questo studio fornisce nuove prove concrete del suo impatto specifico sulla regolazione della glicemia. Secondo i ricercatori, il BPA può interferire con il funzionamento dell’insulina, l’ormone che permette alle cellule del corpo di assorbire il glucosio dal sangue, mantenendo così livelli di zucchero stabili. L’esposizione a BPA potrebbe quindi compromettere questa delicata funzione, aumentando il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.

I risultati dello studio, che saranno presentati alle sessioni scientifiche dell’American Diabetes Association 2024, hanno sollevato serie preoccupazioni riguardo ai limiti di sicurezza attuali per l’esposizione al BPA. Gli scienziati coinvolti nella ricerca hanno infatti sollecitato l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente (EPA) a rivedere le normative esistenti, suggerendo che i limiti attuali potrebbero non essere sufficientemente protettivi per la salute pubblica.

L’indagine ha coinvolto 40 adulti in buona salute, ai quali è stata somministrata quotidianamente una dose di 50 microgrammi di BPA per chilogrammo di peso corporeo, una quantità attualmente ritenuta sicura dalla EPA. Un gruppo di controllo ha invece ricevuto un placebo. Dopo soli quattro giorni, i partecipanti esposti al BPA hanno mostrato una riduzione della sensibilità all’insulina, mentre il gruppo del placebo non ha evidenziato alcun cambiamento significativo.

Esistono altre malattie portate dalle bottiglie di plastica?

Oltre ai rischi già discussi legati al bisfenolo A (BPA) e al diabete di tipo 2, c’è un altro livello di preoccupazione che riguarda le microplastiche e nanoplastiche presenti nelle bottiglie di plastica che utilizziamo quotidianamente. Queste minuscole particelle, che non superano i 5 millimetri, possono essere rilasciate nel tempo, soprattutto se le bottiglie vengono esposte a temperature elevate o alla luce solare diretta.

Le implicazioni di questo rilascio sono ancora oggetto di intensa ricerca. Le prime indagini suggeriscono che le microplastiche potrebbero influenzare negativamente la nostra salute in diversi modi. Una delle principali preoccupazioni è la loro capacità di interferire con il normale assorbimento dei nutrienti nell’intestino umano. Le microplastiche potrebbero agire come agenti adsorbenti, catturando nutrienti essenziali e compromettendo la loro assimilazione nel corpo.

Inoltre, ci sono indicazioni che le microplastiche possano indurre una risposta infiammatoria nel corpo e contribuire allo stress ossidativo, processo che può portare a danni cellulari e aumentare il rischio di malattie croniche. Un potenziale effetto infiammatorio che diventa particolarmente preoccupante per le persone già predisposte a condizioni infiammatorie come l’artrite o le malattie autoimmuni.

Un’altra questione che causa una certa inquietudine è la capacità delle microplastiche di attraversare le barriere biologiche, entrando nel flusso sanguigno e accumulandosi in organi vitali come il fegato, i reni e i polmoni. Tale accumulo potrebbe avere conseguenze a lungo termine sulla salute degli organi, sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno questi meccanismi.

È importante sottolineare che mentre gli studi iniziali offrono indicazioni allarmanti, il campo della ricerca sulle microplastiche è ancora in fase di sviluppo. È essenziale condurre ulteriori studi per valutare in modo completo e accurato i potenziali rischi per la salute derivanti dall’esposizione e dall’ingestione di microplastiche e nanoplastiche.

Come proteggersi dai potenziali danni delle bottiglie di plastica?

Di fronte ai risultati di queste ricerche e ai potenziali danni delle bottiglie di plastica sulla nostra salute, difendersi può sembrare una sfida, ma ci sono passi pratici che possiamo intraprendere per ridurre l’esposizione e mitigare i rischi per la salute:

  • Preferire bottiglie e borracce riutilizzabili in acciaio inossidabile, vetro o materiali privi di BPA e ftalati. Queste opzioni eliminano il rischio di contaminazione da sostanze chimiche nocive presenti nelle bottiglie di plastica convenzionali.
  • Evitare di riscaldare le bottiglie di plastica, anche involontariamente, come ad esempio lasciandole in automobile. Il calore può accelerare il rilascio di sostanze chimiche dalla plastica nelle bevande o negli alimenti. Anche lasciare le bottiglie di plastica esposte alla luce solare diretta, può fare aumentare il rilascio di microplastiche e nanoplastiche.
  • Quando possibile, inoltre, è sempre meglio bere acqua provenienti da fonti sicure come bottiglie in vetro o acciaio inossidabile, oppure utilizzare filtri per acqua che riducono la necessità di bottiglie di plastica monouso.
  • Ridurre il consumo di bottiglie di plastica monouso optando per soluzioni sostenibili e riutilizzabili. In questo modo si riduce non solo l’esposizione personale, ma anche l’impatto ambientale.
  • Mantenere un’attenzione critica sulle ricerche scientifiche e sulle normative in materia di sicurezza delle bottiglie di plastica. Essere consapevoli dei rischi aiuta a prendere decisioni informate per proteggere la propria salute.
  • Condividere informazioni sulla sicurezza delle bottiglie di plastica con amici, familiari e comunità può contribuire a una maggiore consapevolezza e a una scelta consapevole dei consumatori.

Adottare queste pratiche può contribuire a ridurre l’esposizione ai potenziali danni delle bottiglie di plastica e a promuovere uno stile di vita più sicuro e sostenibile per tutti.

più popolari su facebook nelle ultime 24 ore

vedi tutti